" Le grandi opere letterarie e l'epica della storia destano in molti di noi, appassionati lettori, un impulso irrefrenabile a riviverne le avventure. "Viaggiamo letterariamente", come disse Chatwin, e lottando con ansia un pò frenetica contro il tempo, aggiungo io.
Joseph Conrad risalì il fiume Congo nel 1890, spinto da un desiderio d'avventura che lo portava a paragonarsi a Don Chisciotte.
Quel viaggio, durante il quale percorse 1600 kilometri del fiume, da Léopoldville (l'attuale Kinshasa) fino a Stanleyville (l'attuale Kisangani), risvegliò nell'anima del marinaio che era allora una profonda consapevolezza di scrittore.
"Prima del Congo" annotò in seguito in una delle sue lettere "ero soltanto un animale."
E gli rivelò una verità molto antica in letteratura, che impregna di sé tutta l'opera conradiana: l'immaginazione è un modo creativo di mettere ordine nell'esperienza ed è maestra della vita e dell'arte.
Lo stesso Conrad scrisse nella prefazione all'edizione del 1902 del suo romanzo:"Cuore di tenebra è esperienza condotta un poco (e soltanto un poco) al di là dei fatti reali, con il proposito, perfettamente legittimo a mio giudizio, di avvicinarla alle menti e ai cuori dei lettori."
Conrad vide qualcosa di profondo nel Congo: quello che si chiama il lato oscuro, un aroma che si sprigiona assai di rado dalle opere letterarie e che tutti noi lettori ammiriamo senza comprenderne l'esatta dimensione.
(segue .....)
Javier Reverte
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